Sicurezza alimentare – Linea Guida FAO su rapporto tra alimenti e Coronavirus

24 Settembre 2021, in Food, Sicurezza Alimentare

Da quando è iniziata la Pandemia generata dal SARS-CoV-2 mi sono spesso domandato perché nessuno abbia veramente affrontato il seguente problema:<<può il virus diffondersi attraverso il cibo?>>. Nei dibattiti televisivi si è trattato ogni singola sfaccettatura della diffusione del virus come:

  • metti la mascherina per entrare al ristorante e poi levala una volta seduto al tavolo,
  • lavati le mani prima di entrare,
  • applica separazioni di plexiglass in mezzo al tavolo,
  • prenota per un massimo di quattro persone per ogni tavolo,
  • non stringere mai le mani per salutare.

Tante sono state le questioni affrontate ma nessuno ha mai chiarito bene se il cibo che arriva dalla cucina di un ristorante o che compriamo al supermercato possa diffondere il virus. Nessuno ne parla ma allo stesso tempo il settore della ristorazione è stato duramente colpito con chiusure lunghe dei mesi. Perché? Quali sono i motivi?

Quante volte in questa fase della “ripartenza” mi sono domandato: <<ma tutto questo aveva un senso? Non erano sufficienti degli studi scientifici e delle regole chiare per evitare questo disastro?

Finalmente però sono state pubblicate le nuove Linee Guida FAO volte a garantire il mantenimento dell’integrità della catena alimentare e la disponibilità di forniture alimentari adeguate e sicure per i consumatori. Le linee guida, aggiornate con nuove evidenze scientifiche, evidenziando che il SARS-CoV-2 in sé non è considerato un rischio diretto per la sicurezza alimentare.

Così si esprime la guida su questo punto: “È altamente improbabile che le persone possano contrarre COVID-19 da alimenti o imballaggi alimentari (Goldman, 2020; ICMSF, 2020; NZFSSRC, 2020). Le prove fino ad oggi non indicano che gli alimenti o gli imballaggi alimentari siano un percorso importante per la diffusione di malattie respiratorie umane, tra cui SARS-CoV-2. COVID-19 viene trasmesso principalmente durante lo stretto contatto tra le persone attraverso goccioline respiratorie e aerosol generati da attività come tosse, starnuti, grida, canto e conversazione (OMS, 2020a). In alternativa, alcune goccioline respiratorie possono atterrare sulle superfici che circondano la persona infetta. I coronavirus non possono moltiplicarsi negli alimenti o sulle superfici inanimate; possono moltiplicarsi solo negli esseri umani e in alcuni animali. Una volta nell’ambiente, i virus si degradano e diventano meno infettivi”

In più le linee guida riportano ulteriori misure che le aziende alimentari e le autorità sanitarie possono adottare per proteggere i lavoratori del settore alimentare (dalle attività di produzione primaria fino ai ristoranti e ai punti vendita) dalla diffusione del virus, andando ad integrare le pratiche di sicurezza alimentare in corso e i sistemi di gestione della sicurezza alimentare.

In questo rapporto della FAO (rafforzato anche dal Ministero della Salute con il parere CNSA – Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare) si fanno semplici esempi che però ci chiariscono molti dubbi:

  • non sono presenti evidenze scientifiche che permettano di affermare che il virus SARSCoV-2 si trasmetta per via alimentare, attraverso gli alimenti crudi/cotti, o, in condizioni normali, tramite imballaggi contaminati;
  • la catena del freddo, necessaria per molti alimenti, sembra avere un effetto protettivo sul virus che mantiene la sua vitalità più a lungo, sottolineando ulteriormente la necessità di precauzioni a partire dagli operatori del settore;
  • le temperature utilizzate per la cottura sono sufficienti per inattivare il coronavirus e il lavaggio con solo acqua potabile sembra essere sufficiente per sanificare la frutta e la verdura.
  • Ovviamente non possono mancare le misure di prevenzione sia per gli operatori del settore alimentare (il distanziamento fisico, la buona igiene personale con frequente lavaggio delle mani e l’applicazione delle generali regole per l’igiene) sia per il consumatore nel corso della spesa (distanziamento, utilizzo di disinfettanti per sanitizzare il carrello/cestino e le mani, utilizzo corretto della mascherina per tutto il tempo di permanenza al supermercato).

Leggere questo documento mi ha sicuramente rassicurato e finalmente potrò sedermi al tavolo di un ristorante e valutare la qualità dei piatti serviti o del servizio fornito senza pensare al plexiglass, al sanitizzante e a tutte quelle norme che in questo periodo ci hanno reso il gusto del cibo … INSIPIDO!!!!!

Info sull'autore: Giovanni Buffatti

Tecnologo alimentare, laureato in Agraria – Scienza delle Preparazioni Alimentari nel 1996 all’Università degli Studi di Milano. È iscritto all’Ordine dei Tecnologi Alimentari del Veneto dal 2000. Specializzato nelle ricerca e sviluppo (R&D), gestione HACCP, Assicurazione Qualità, implementazione norme igieniche e standard volontari del settore alimentare. Ha esperienza di sviluppo sul campo degli standard alimentari IFS, GSFS BRC, ISO22005 (filiera dei vegetali) in varie realtà industriali (salse acide, conserve vegetali e legumi e cereali secchi), di ricerca e sviluppo (pasta fresca e ripiena e nelle salse acide) e di produzione (Salumi DOP, prodotti da forno, ittico).

Altri post di Giovanni Buffatti