IL FOOD BATTE LA HI-TECH NEL CAMPO DELLE INNOVAZIONI

7 Dicembre 2021, in Conservazione, Food, innovazione, Produzione

Lavoro da molti anni nell’ambito della ricerca e sviluppo del Food e mi capita spesso di rispondere a domande come: “cosa ricercate nel Food?”, “lo sviluppo vero è quello del settore HI-TECH, nel food non esiste vera innovazione?”

La realtà del monto food è diversa dal percepito e chi vive all’interno di questo mondo variegato e dipinto di “verde speranza” sa bene che dietro ad ogni prodotto che troviamo esposto nei supermercati, nelle gastronomie, nei negozi alimentari, nei panifici, ecc. esistono molteplici innovazioni:

  1. Innovazioni non conosciute dalla maggior parte dei consumatori ma che apprezzano sempre di più la qualità al palato.
  2. Innovazioni che richiedono moltissime energie alle aziende ma che rendono il futuro del food sempre più interessante ed affascinante.
  3. Innovazioni che non restano in attesa di un futuro cambiamento ma che sono già chiaramente in atto.

Infatti, nel mondo food, si discute già di biomimetica, NIR, pef, hpp, vertical farming, impregnazione sottovuoto o di nuove frontiere alimentari come cavallette, insetti, proteine vegetali, microproteine, alghe.

I nomi sono di sicuro molto fantasiosi ma dietro ad ognuno di loro c’è un mondo nuovo che cresce, vediamo come:

  • BIOMIMETICA è la tecnologia che si vuole usare per imitare la composizione molecolare della carne. Il mercato già offre hamburger composti di 70% da acqua e 20% da proteine vegetali ricavate dai piselli e 10% da grassi (olii vegetali). Tutto molto simile ad un hamburger reale grazie anche al colore rosso dato da estratti di barbabietola
  • NIR ovvero l’analisi del vicino infrarosso è divenuta indispensabile nella moderna produzione alimentare. Questa è la tecnologia che permette alle aziende del Food di controllare valori nutrizionali e chimico fisici in meno di 1 minuto evitando d’attendere i tempi biblici delle analisi ufficiali.
  • Pef sono campi elettrici che trattano pesce o verdure. Questa tecnologia “pastorizza” l’alimento senza ridurne le qualità nutritive che con il normale trattamento termico perderebbe
  • Hpp (high pressure processing) ovvero il trattamento ad alta pressione (si arriva fino a 8000 bar) che permette di conservare bene il prodotto preservando completamente le vitamine e i composti antiossidanti.
  • Vertical farming sono strutture dove la coltivazione in un ambiente chiuso e protetto permette di controllare da vicino i parametri ambientali ed arriva ad una riduzione di consumo d’acqua fino al 90%. Qui si può pensare di coltivare tutti i vegetali a ZERO pesticidi
  • Impregnazione sottovuoto è un ottima tecnologia per impregnare i vegetali con diversi elementi antiossidanti o antimicrobici.
  • Proteine vegetali, alghe, microproteine, insetti secondo gli esperti del food che lavorano nei reparti di ricerca e sviluppo delle aziende più lungimiranti queste sono le nuove fonti di nutrimento. Questi alimenti possono essere prodotti in contesti urbani e in comunità isolate diminuendo così la dipendenza dalle grandi catene di approvvigionamento e i rischi metereologici e patogeni.

In realtà il mondo food non finisce mai di stupire e ha una missione chiara, recentemente espressa anche dalla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura): per nutrire in modo sostenibile una popolazione mondiale che nel 2050 sarà di quasi dieci miliardi di persone servirà una trasformazione radicale nei sistemi di produzione, vendita e consumo degli alimenti.

Mi piace citare anche questa affermazione: “Non possiamo trascurare l’apporto delle nuove tecnologie per quanto riguarda la produzione alimentare. E non possiamo fermarci adesso” … non è stata detta da un esperto dell’hi-tech o del settore food ma bensì dall’ex-presidente degli Stati Uniti Barack Obama

In altre parole: il FOOD ha il dovere continuare ad INNOVARE per salvare IL MONDO

Info sull'autore: Giovanni Buffatti

Tecnologo alimentare, laureato in Agraria – Scienza delle Preparazioni Alimentari nel 1996 all’Università degli Studi di Milano. È iscritto all’Ordine dei Tecnologi Alimentari del Veneto dal 2000. Specializzato nelle ricerca e sviluppo (R&D), gestione HACCP, Assicurazione Qualità, implementazione norme igieniche e standard volontari del settore alimentare. Ha esperienza di sviluppo sul campo degli standard alimentari IFS, GSFS BRC, ISO22005 (filiera dei vegetali) in varie realtà industriali (salse acide, conserve vegetali e legumi e cereali secchi), di ricerca e sviluppo (pasta fresca e ripiena e nelle salse acide) e di produzione (Salumi DOP, prodotti da forno, ittico).

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