Più di 1 italiano su 2 preferisce l’acqua in bottiglia: la contraddizione di un paese con l’acqua migliore d’Europa

11 Agosto 2025, in benessere, Conservazione, Etichetta, Food, innovazione, Sostenibilità

Il mistero italiano: abbiamo l’acqua migliore d’Europa ma non ci fidiamo

Immaginate di vivere in un paese che vanta una delle migliori acque potabili d’Europa, eppure continuare a riempire carrelli della spesa con bottiglie di plastica. Benvenuti in Italia, dove il paradosso dell’acqua racconta una storia più complessa di quanto sembri.

La recente indagine SWG Radar (16-22 giugno 2025), riportata da Food Affairs, svela un dato sorprendente: l’Italia si conferma tra i Paesi europei con la migliore qualità dell’acqua potabile, ma gli italiani continuano a preferire l’acqua in bottiglia.

 Un controsenso che merita una riflessione profonda!

I NUMERI che NON MENTONO: oltre metà degli italiani sceglie la bottiglia

I dati di consumo rilevati restano in linea con quelli del 2024, pur mostrando un trend in progressivo calo rispetto al 2020: oltre la metà della popolazione consuma principalmente acqua imbottigliata. Questo significa che più di 30 milioni di italiani, ogni giorno, scelgono di acquistare acqua confezionata anziché aprire il rubinetto di casa.

Ma perché continuiamo a comportarci così? La risposta potrebbe trovarsi in un cambiamento silenzioso ma significativo: la percezione.

La GRANDE SFIDUCIA: quando la realtà si scontra con la percezione

Il dato più preoccupante emerge dall’analisi della percezione qualitativa. Cambia invece la percezione della qualità dell’acqua di rubinetto, che oggi raggiunge a fatica la soglia della sufficienza. Si registra infatti un peggioramento generalizzato nei giudizi, con un calo particolarmente marcato in due aree molto diverse del Paese: il Mezzogiorno – dove tradizionalmente l’uso di acqua in bottiglia è più diffuso – e il Nord-Ovest, territorio di origine di alcuni tra i marchi di acqua minerale più apprezzati.

Qui si nasconde un’ironia tutta italiana: il Nord-Ovest, che ospita alcune delle aziende di acqua minerale più famose del paese, mostra una crescente sfiducia proprio verso l’acqua del rubinetto. È come se la presenza di eccellenze industriali nel settore dell’acqua imbottigliata avesse paradossalmente minato la fiducia nell’acqua pubblica.

Il MARKETING dell’ACQUA: quando la fedeltà diventa abitudine

Tra i consumatori di acqua minerale emerge inoltre una forte fedeltà al brand, soprattutto nelle fasce d’età più mature. Questo fenomeno rivela quanto il settore dell’acqua minerale sia riuscito a creare un legame emotivo con i consumatori, trasformando un bene primario in un prodotto di marca.

La scelta dell’acqua in bottiglia si orienta in funzione del gusto e dei benefici percepiti per la salute, pur mantenendo il prezzo come fattore determinante nell’acquisto. Ma è davvero così diversa l’acqua che sgorga dal rubinetto rispetto a quella che paghiamo al supermercato?

Le CONSEGUENZE sulla SOSTENIBILITA’ di una scelta collettiva, l’impatto ambientale che non vediamo.

Questo comportamento di massa ha implicazioni che vanno ben oltre la spesa familiare. Ogni anno, l’Italia produce circa 11 miliardi di bottiglie di plastica per l’acqua, generando oltre 280.000 tonnellate di rifiuti plastici. Molte di queste bottiglie finiscono nell’ambiente, contribuendo a un problema ecologico che potremmo facilmente evitare con un semplice gesto: aprire il rubinetto.

Il trasporto dell’acqua imbottigliata genera emissioni di CO2 che potrebbero essere azzerate istantaneamente. Pensate che per produrre una bottiglia di plastica da 1 litro servono circa 3 litri d’acqua e l’equivalente di un quarto di bottiglia di petrolio. Moltiplicando per i consumi nazionali, parliamo di un impatto ambientale evitabile che pesa sulla sostenibilità del nostro futuro.

Ma c’è di più: continuare a scegliere l’acqua in bottiglia quando quella del rubinetto è di qualità eccellente significa perpetuare un sistema che non premia gli investimenti nelle infrastrutture idriche pubbliche. È un circolo vizioso in cui la sfiducia genera sottoinvestimento, che a sua volta alimenta la sfiducia, mentre l’ambiente paga il conto più salato.

FUTURO? CAMBIARE CONSAPEVOLEZZA: la sostenibilità inizia dal rubinetto

La sfida per l’Italia non è tecnica – la qualità dell’acqua c’è già. È culturale e comunicativa. Come possiamo ricostruire la fiducia in un bene pubblico che funziona? Come possiamo superare decenni di marketing che hanno trasformato l’acqua in un prodotto di consumo?

La risposta potrebbe trovarsi in una maggiore trasparenza sui controlli di qualità, in campagne informative che valorizzino l’eccellenza del servizio idrico italiano, e in una nuova consapevolezza ambientale che consideri l’impatto delle nostre scelte quotidiane. Ogni volta che scegliamo il rubinetto invece della bottiglia, riduciamo la nostra impronta ecologica di circa 300 grammi di CO2 al litro.

L’acqua del rubinetto italiana non è solo buona: è tra le migliori d’Europa e rappresenta la scelta più sostenibile che possiamo fare. 
Forse è arrivato il momento di riscoprirla, una goccia alla volta, per il bene del pianeta e delle generazioni future.

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*Fonte: Indagine SWG Radar (16-22 giugno 2025), riportata da Food Affairs*
link indagine: Radar_16_22giu2025-1_compressed.pdf
Link all’articolo: Acqua in Italia: cresce la diffidenza verso il rubinetto, alta la fedeltà a quella in bottiglia – Food Affairs

Info sull'autore: Tarcisio Brunelli

Tecnologo alimentare, laureato in Agraria – Scienza delle Preparazioni Alimentari nel 1996 all’Università degli Studi di Milano. È iscritto all’Ordine dei Tecnologi Alimentari del Veneto dal 2000 (nr 2 OTAV). Specializzato nelle tematiche alimentari e di gestione HACCP, Assicurazione Qualità, implementazione norme igieniche e standard volontari del settore alimentare, food regolatory. Ha esperienza di sviluppo sul campo degli standard alimentari IFS, GSFS BRC, ISO 22000, ISO22005 (filiera latte e vino), RSPO ecc. in varie realtà industriali (prodotti da forno, dolciario, vitivinicolo, e della ristorazione collettiva) e di sviluppo e verifica conformità dell’etichettatura, sviluppo e gestione nuove ricette e relative schede tecniche. Sta ora approfondendo tematiche della ambiente (ISO14000) e sostenibilità nel food EUDR, CSRD, ecc.

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